Disfunzione Erettile


DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE

La disfunzione erettile (DE) si definisce come la persistente o ricorrente incapacità di ottenere o mantenere (DE di mantenimento) una erezione peniena adeguata per iniziare o portare a termine un rapporto sessuale.
Si distinguono in DE di tipo organica, di tipo psicogena e di tipo mista.
La prima è quella che insorge in pazienti che abbiano un’alterazione anatomico-funzionale del sistema arterioso che permette l’afflusso di sangue ai corpi cavernosi (strutture spugnose di forma cilindrica che si trovano all’interno del pene e che riempiendosi di sangue determinano l’erezione) e/o di quello veno-occlusivo (il sistema che impedisce al sangue una volta entrato nei corpi cavernosi di non fuoriuscire all’esterno, in modo tale che si mantenga l’erezione).
Nelle forme in cui invece siano state escluse le cause organiche e nelle quali la disfunzione erettile si presenta in certe condizioni piuttosto che in altre, ove il meccanismo di erezione è totalmente conservato (ad esempio una DE che si verifica solo con alcune partner piuttosto che con altre ed in cui vengano mantenute le erezioni spontanee al mattino o durante la notte) si parla di disfunzione erettile di tipo psicogena.
Infine le forme miste sono quelle in cui concomitano entrambe le cause di DE.
Ciò in genere si verifica in pazienti che, avendo una DE lieve di tipo organico, vedono amplificarsi il loro problema a causa del presentarsi anche di una forma psicogena, legata all’ansia da prestazione causata dalla defaillance del rapporto precedente.


EPIDEMIOLOGIA

Studi epidemiologici hanno mostrato una prevalenza complessiva di DE del 19 % nella popolazione generale nella fascia d’età tra i 30 e gli 80 anni (1 uomo su 5) ed una prevalenza del 52 % (1 individuo su 2) negli uomini tra i 40 ed i 70 anni.
Il tasso di incidenza si aggira intorno ai 20 nuovi casi/1000 maschi all’anno .


EZIOPATOGENESI

Le cause di DE comprendono patologie a carico del sistema nervoso centrale o periferico, cioè traumi o malattie interessanti il midollo spinale o i nervi periferici (diabete mellito, chirurgia prostatica o rettale, effettuate non utilizzando la tecnica nerve-sparing).
Altre patologie responsabili di DE possono essere di tipo ormonale (quali l’ipogonadismo primitivo o secondario, cioè la ridotta o mancata produzione di testosterone da parte del testicolo nel primo caso per cause legate alla gonade stessa e nel secondo perché il testicolo non è sufficientemente stimolato dal sistema nervoso centrale, ed in particolar modo dall’ipofisi, a produrne), di tipo psicologico e infine di tipo cardiovascolare (cioè il ridotto afflusso di sangue attraverso le arterie cavernose, responsabile dell’induzione dell’erezione, a causa di aterosclerosi, diabete, cardiopatia ischemica).


DIAGNOSI

Mai come in questa patologia è fondamentale il dialogo con il paziente sia per metterlo a suo agio nel parlare di una malattia che genera imbarazzo ed insicurezza, sia per raccogliere una anamnesi non solo di tipo andrologica ma più in generale medica, per capire bene le possibili cause sistemiche sottese a questa DE, e psicossesuologica, per individuare le forme di DE di tipo psicogene.
Gli esami che vengono in aiuto all’Andrologo per orientarsi nella causa di questa DE sono: gli esami ematici ormonali (FSH, LH, PRL, testosterone totale e libero, SHBG, estradiolo, TSH, fT3, fT4), l’uso di questionari validati, come l’IIEF 5 (vai al questionario), che consente di dimostrare, tramite 5 semplici domande la presenza di DE e classificarla in forma lieve, moderata o severa.
Altro esame per lo studio della DE, tuttavia più invasivo e da eseguire solo in effettivo sospetto diagnostico di DE di tipo vascolare, è costituito dall’ecografia peniena dinamico con Power-Color-Doppler.
L’esame consiste in un’eco-color doppler del pene in condizione di erezione, ottenuta mediante l’iniezione di prostaglandine a livello penieno.
Tramite questo esame è possibile fare diagnosi di DE da ipoafflusso arterioso, da alterato sistema veno-occlusivo o da entrambi (disfunzione mista). Altri esami, ormai quasi
obsoleti, sono la cavernosografia, cioè una Rx-fluoroscopia concomitante all’iniezione di mezzo di contrasto iodato, diluito con soluzione fisiologica, nei corpi cavernosi e che consente di fare diagnosi di DE da alterato sistema veno-occlusivo, ed il Rigiscan, cioè la misurazione del numero e delle intensità delle erezioni spontanee ottenute in una notte per mezzo di un dispositivo collegato al pene del paziente.


TERAPIA

La terapia della DE è sia di tipo psicosessuologico, sia di tipo medico, sia di tipo chirurgico.
Per quanto riguarda la prima è indicata nei pazienti con DE psicogena o in associazione alla terapia medica nelle forme di DE lieve e si avvale di sedute con un sessuologo.
La terapia medica invece prevede l’uso di farmaci orali inibitori dell’enzima fosfodiesterasi di tipo 5 (sildenafil, tadalafil, vardenafil ed avanafil) o in casi non responsivi (ad esempio in pazienti recentemente sottoposti a chirurgia prostatica o rettale) a terapia iniettiva nei corpi cavernosi di prostaglandine.
La terapia orale è indicata nelle forme di DE di tipo vascolare e in parte, in una fase iniziale, anche nelle forme di DE psicogene.
I vari farmaci presenti in commercio hanno diverse caratteristiche farmacodinamiche e vanno adattati su misura del paziente e in base alle sue caratteristiche ed esigenze, tuttavia la condizione necessaria-sufficiente affinché questi farmaci funzionino è che i fasci nervosi responsabili dell’erezione non abbiano subito danni da chirurgia o traumi pelvici.
Infine per i pazienti in cui tutte le terapie riportate non abbiano avuto successo non rimane che l’intervento chirurgico di impianto di protesi peniene del tipo semirigida o idraulica.
Nel primo caso il pene è sempre in una condizione di semierezione ed il paziente è in grado di avere un rapporto sessuale in qualsiasi momento; nel secondo caso invece per mezzo di due cilindri idraulici intra cavernosi (all’interno dei corpi cavernosi penieni), collegati ad un interruttore (posizionato solitamente all’interno dello scroto) e ad un serbatoio (posizionato dentro l’addome, dietro il pube) si induce un’erezione con una dinamica molto simile a quella naturale. I limiti di questi impianti sono legati ai costi elevati e al rischio di infezione.
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