Infertilità Maschile


DEFINIZIONE DI INFERTILITA’ DI COPPIA

Una coppia viene definita infertile solo nel caso in cui non giunge a concepimento dopo un anno di rapporti completi, continuativi ed in assenza di misure contraccettive.


EPIDEMIOLOGIA E CLASSIFICAZIONE

L’infertilità di coppia è legata a problematiche che in circa il 50% dei casi riguardano la femmina, nel 30% il maschio e nel 20% entrambi. Esistono due tipi di infertilità: una infertilità primaria, cioè quella che si verifica nelle coppie che non abbiano mai concepito, ed una secondaria, cioè quella che si riscontra in una coppia che abbia già avuto un parto a termine, un aborto ovvero una gravidanza ectopica.


EZIOPATOGENESI

L’urologo-andrologo si occupa nello specifico delle cause maschili di infertilità, che possono essere suddivise in: pre-testicolari, testicolari e post-testicolari.
Le prime comprendono patologie che riguardano alterazioni a carico del sistema endocrino maschile, cioè alterazioni nella secrezione di ormoni prodotti dall’ipotalamo o dall’ipofisi.
Le forme testicolari invece sono quelle alla cui origine è presente un’alterazione funzionali della gonade maschile, come il criptorchidismo, il varicocele, la torsione testicolare, la presenza di anomalie cromosomiche, quali la delezione del cromosoma X, la Sindrome di Klinefelter o la fibrosi cistica.
Le cause di infertilità post-testicolari sono invece costituite dalle ostruzioni o dalle agenesie a carico dei tubicini che devono attraversare gli spermatozoi per raggiungere l’esterno, una volta che sono stati prodotti dalla gonade, cioè i dotti deferenti e/o dei dotti eiaculatori.
Tra le forme testicolari particolare importanza è costituita dal varicocele, in quanto è una patologia riscontrata in circa il 15% dei soggetti in età puberale ed in circa il 20-40% dei soggetti infertili. Tale patologia è sicuramente sottostimata, in quanto molto spesso è asintomatica e solo in alcuni casi può essere causa di dolore e pesantezza al testicolo (ndr: fino al 2005 quando la visita di leva era obbligatoria si facevano molte più diagnosi di varicocele rispetto ad oggi). Può portare, se grave, oltre che ad infertilità anche ad un’atrofia testicolare. Va sempre corretto, o chirurgicamente o tramite scleroembolizzazione percutanea della vena spermatica, in quei soggetti che presentino dolore e/o infertilità, ma anche in pazienti in cui non si riscontrino né l’uno né l’altro e che siano di giovane età (al di sotto dei 35 anni), anche se non ancora in età riproduttiva, per evitare l’atrofia testicolare e i successivi problemi di fertilità.


DIAGNOSI

La diagnosi di infertilità maschile si basa su una serie di accertamenti laboratoristici-strumentali che non prescindono però da un attento esame obiettivo di pene e testicoli. Primo tra tutti gli esami da eseguire è lo spermiogramma: consiste nell’analisi dello sperma, per valutare il numero, la morfologia e la motilità degli spermatozoi in modo tale da avere un quadro completo delle caratteristiche quantitative e qualitative degli spermatozoi del soggetto affetto da infertilità. E’ fondamentale che il paziente si astenga da pratica sessuale e/o autoerotismo per almeno 72-96 ore prima della deposizione dello sperma. Inoltre è bene, prima di porre diagnosi di azospermia (assenza di spermatozoi nello sperma) o di altri tipi di alterazioni dello spermiogramma responsabili di infertilità, che il pazienti ripeta almeno tre spermiogrammi distanziati di almeno 20 giorni l’uno dall’altro.In alcuni casi, se si sospetta la presenza di un’infezione delle vie seminali occorre anche eseguire una spermiocoltura per identificare l’eventuale batterio responsabile dell’infezione. Altri esami laboratoristici consistono nel dosaggio ematico degli ormoni prodotti dall’ipofisi, cioè il dosaggio dell’FSH dell’LH, della PRL, del TSH e degli ormoni tiroidei (fT3, fT4). Fondamentale è anche la diagnostica strumentale, in particolar modo l’ecografia scrotale con Power-Color-Doppler dei vasi spermatici, che è d’aiuto nella diagnosi di patologie del testicolo alla base dell’infertilità, quali il varicocele. Esami di terzo livello sono costituiti da esami cromosomici per la ricerca di delezioni del cromosoma X o per la diagnosi della sindrome di Klinefelter.


TERAPIA

La terapia del’infertilità maschile non può prescindere dalla collaborazione con altri medici specialisti con i quali si deve cooperare nella risoluzione del problema, in quanto pur essendo predominante un fattore alla base dell’infertilità, che sia esso maschile o femminile, è importantissimo che la partner sia seguita e studiata da un ginecologo ed in alcuni casi risulta fondamentale per entrambi i soggetti la cooperazione di un endocrinologo, di un biologo esperto in embriologia ed in alcuni casi anche di psicologi specializzati in sessuologia, visto quanto tale problematica può alterare gli equilibri psichici di una coppia.
La terapia dell’infertilità maschile prevede, quando possibile, la correzione delle cause scatenanti: quindi la terapia chirurgica o tramite sleroembolizzazione percutanea, nel caso del varicocele, la terapia antibiotica per una infezione delle vie seminali, ecc.
E’ da evidenziare tuttavia che nel 25% circa degli uomini infertili non si riesce ad identificare una causa certa di infertilità (infertilità idiopatica) in tali casi quindi si dovrà ricorrere al prelievo chirurgico degli spermatozoi direttamente dal testicolo (TESE o micro TESE) sperando in un successo nella procreazione medicalmente assistita.
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